La storia della Coca Cola e del suo inventore
Aggiornato il 8 Giugno 2020 da Paolo Paccassoni

La storia della Coca cola
La Coca Cola è uno dei brand più famosi del pianeta, praticamente la conosce chiunque e la sua storia merita sicuramente la nostra attenzione.
Se siete dei marketer o semplicemente siete curiosi di scoprire come nasce il mito Coca Cola, in questo articolo troverete degli aspetti molto interessanti sulla storia della bevanda analcolica più famosa del mondo.
Chi ha inventato la Coca cola
Per capire chi ha inventato la Coca Cola, tornate con la mente fino al 1886 ad Atlanta negli Stati uniti, dove un’anonimo farmacista, John Pemberton, per puro divertimento inventa una bevanda color caramello e dopo averla mischiata con acqua gassata, la fa assaggiare ai clienti della vicina Jacob’s Pharmacy che la trovano strepitosa.
Da quel momento la Coca cola viene venduta in quella farmacia a circa 4 cents al bicchiere. Le vendite cominciano ad andare così bene che appena dopo l’anno di nascita della coca cola, nel 1887 Pemberton decide di brevettare la ricetta presso la US Patent Office.
Pemberton non capisce davvero la portata della sua invenzione e infatti in quello stesso anno vende le proprie quote ad altri soci, tra questi l’uomo di affari di Atlanta Asa Candler che diventa il socio di maggioranza e successivamente l’unico proprietario del prodotto.
L’inizio del mito
Nel 1888 Pemberton muore ma la storia di Coca cola è appena iniziata. Candler da buon imprenditore qual’è, comincia a distribuire la Coca cola in tutti i Bar e locali di Atlanta dotati di Spillatori. Di li a poco inizierà anche l’imbottigliamento della bevanda. Questo particolare gli permetterà di esplodere anche fuori da Atlanta.
Nel 1892 Candler si dedica completamente al business di Coca cola e fonda l’azienda che esiste ancora oggi e si chiama The Coca Cola company.
Nel 1893 viene registrato il marchio “Coca Cola” e da quell’anno Candler da’ avvio anche alle prime campagne di comunicazione per il prodotto. Per essere ancora più precisi la prima tattica di marketing che adottò Candler fu quella della distribuzione di Coupon che davano diritto ad un bicchiere gratuito di Coca cola. Cominciò quindi a far conoscere il marchio Coca cola apponendolo a orologi, portabevande, Ventagli etc.
Nel 1894 apre il primo stabilimento fuori Atlanta, a Dallas. Nello stesso anno, Joseph A. Biedenharn un pasticcere americano vide che la Coca cola aveva talmente successo nel suo locale che cominciò a imbottigliarla per distribuirla ai viandanti dando così il via alla vera diffusione della bevanda analcolica. Nel 1896 la Coca Cola era ormai distribuita in tutti gli Stati uniti.
La nascita dell’iconica bottiglia di vetro Contour
All’inizio del ‘900 gli imbottigliatori di Coca cola si trovano ad affrontare il consueto problema della contraffazione. La Coca cola infatti ha così tanto successo che cominciano a nascere imitazioni. Nasce allora l’esigenza di personalizzare il “Packaging” del prodotto così da renderlo immediatamente riconoscibile. Fino ad allora infatti venivano utilizzate normali bottiglie di vetro lisce.
Nel 1916 gli imbottigliatori lanciarono un bando per lo sviluppo di una bottiglia che fosse riconoscibile a metri di distanza e che fosse riconoscibile anche qualora fosse andata in frantumi.
Il concorso venne vinto dalla Root Glass Company che sviluppo la forma contour che tutti oggi conosciamo e che venne brevettata lo stesso anno. La tipica bottiglia veniva spesso definita Contour Bottle

L’iconica bottiglia di vetro nel 2015 ha compiuto 100 anni
Da allora la Coca Cola si è espansa sia come azienda a livello mondiale, sia come assortimento di prodotti con un fatturato complessivo di circa 35 Miliardi di dollari. Altre bevande analcoliche famose della The Coca cola Company sono ad esempio la Fanta e la Sprite.
Storia del nome Coca cola
Un tale di nome Frank Mason Robinson, il contabile di Pemberton, inventò il nome Coca cola e si occupò anche del design del marchio di cui parlerò nel paragrafo successivo. Per spiegare l’origine del nome Coca cola bisogna fare un passo indietro. Forse non tutti lo sanno ma alla base della ricetta della coca cola c’è una bevanda inventata da un chimico francese, tale Angelo Mariani. Il vino mariani era una bevanda a base di foglie di coca lasciate a macerare nel vino bordeaux.
Pemberton sviluppa la sua bevanda analcolica in un periodo in cui il proibizionismo comincia a muovere i primi passi negli Stati uniti. La sua variante quindi consiste in uno sciroppo analcolico, mischiato ad acqua gassata. Alla base dello sciroppo ci sono le foglie di Coca e le noci di Cola. Robinson scelse il nome Coca cola perché gli suonava bene e richiamava i due ingredienti principali della ricetta, quelli responsabili dell’aroma tipico e della presenza di caffeina.
Robinson non si limitò a dare il nome al prodotto ma ne inventò anche il marchio che noi oggi conosciamo.
Storia del logo
Il logotipo della Coca cola, come avrete capito è anch’esso frutto della mente del contabile di Pemberton, Robinson, il quale capì da subito che il prodotto aveva bisogno di un segno distintivo.
Optò allora per la scelta del corsivo Spencerian, che all’epoca veniva molto utilizzato. Il risultato è quello che vedete qui sotto.
Nel corso del tempo il logo della Coca cola ha subito piccole modifiche, tralasciando il biennio 1890-1891 ma l’attuale logo è sostanzialmente uguale all’originale

Logo attuale
L’assortimento del brand Coca cola oggi
Al prodotto Coca cola nel corso degli anni si sono affiancati prodotti nuovi e diversi, lanciati dalla The Coca cola Company. Mentre inizialmente il mercato di riferimento era quello più generale delle Bevande Analcoliche, con il prodotto Coca cola in testa, oggi i segmenti in serviti in Italia sono molteplici e includono:
Bevande analcoliche: Coca Cola, Fanta, Sprite
Il successo di coca cola arriva anche grazie all’estrema flessibilità che ha dimostrato per sbarcare sui vari mercati mondiali. C’è un aneddoto interessante che riguarda la cola cola light (senza zuccheri).
All’origine quando fu lanciata negli Stati uniti il suo nome originale era Diet Coke (Coca cola per la dieta). Il prodotto era evidentemente rivolte ad un pubblico femminile attento alla linea. Il nome tuttavia richiamava fortemente il concetto di Dieta.
Quando Coca cola lanciò la Diet coke in Giappone, dovette modificarne il nome in Coca cola light. Le donne giapponesi infatti hanno un concetto molto negativo della Dieta, non ne parlano in giro e non sono fiere di farla. Figuratevi se si fanno vedere mentre sorseggiano una lattina di Diet Coke!
Sport drinks: con il brand Powerade
Bevande a base vegetale: con il Brand AdeZ
Acque minerali: con il brand Lilia
Acque toniche: con il brand Kinley e Royal Bliss
Bevande a base di tè: con il brand Fuzetea
La ricetta della Coca Cola originale
Dite la verità. Sarebbe bello conoscere la ricetta della Coca cola vero? L’idea che ci facciamo tutti è che se conoscessimo la ricetta, potremmo replicarne anche il successo ma non è proprio così e dopo vi spiego il perché.
La legge impone che la lista degli ingredienti sia apposta sul prodotto.
Sebbene la formulazione generica della coca cola sia a disposizione di tutti, la voce Aromi naturali rimane molto vaga e di fatto non si parla di quantità ne di cosa vi sia al suo interno. Dalla storia che abbiamo letto più sopra abbiamo scoperto che la base aromatica inizialmente era data dalle foglie di coca e dalle noci di cola e da una serie di altri aromi.
Se su internet cercate Fattore X coca cola scoprirete quali sono gli altri aromi aggiunti. Olio d’arancia, noce moscata, olio di limone, coriandolo, cannella e neroli (olio essenziale che si estrae dai fiori dell’arancio amaro). Il punto è come sono miscelati tra loro e in che quantità.
La compagnai ha sicuramente rivisto la ricetta negli anni ed ora questa si trova in un Vault sotterraneo ad Atlanta, la città natale della famosa Bibita. Qui l’immagine del Vault.
Vi ricordate quando all’inizio del capitolo vi ho detto che se anche aveste la ricetta della Coca cola non sareste capaci a replicare il medesimo successo?
C’è un aneddoto famoso in merito. Nel 1975 la PepsiCo, ovvero l’azienda produttrice della concorrente Pepsi Cola lanciò la “Pepsi-Challenge” ovvero un test in cui l’esaminatore somministrava ai consumatori sia la pepsi che la coca cola senza però dirgli cosa stavano bevendo. L’esaminatore poi chiedeva loro di esprimere un giudizio su quale fosse più buona.
Incredibilmente la Pepsi vinse tutte le volte. Se quindi il prodotto non è così buono come altri, come fa la Coca cola a essere il prodotto più importante di questo mercato?
Troviamo la risposta in un altro aspetto del mondo della coca cola che è il mondo della comunicazione e del marketing. Anzi del Neuromarketing.
Nel 2004 il neuroscienziato americano Read Montague fece un test su 77 soggetti con la risonanza magnetica. Somministrò prima la bevanda di cola senza riferimenti al brand e vide che nel cervello si attivava l’area collegata alla ricompensa.
Somministrò quindi un secondo bicchieri questa volta con l’etichetta della Coca cola. La visione dell’etichetta attivò l’ippocampo, l’area della memoria, dei sentimenti e dei ricordi. Ovviamente quell’attivazione era frutto di anni di comunicazioni pubblicitarie che avevano penetrato nella mente dei consumatori al punto da farli familiarizzare molto di più con la Coca cola rispetto ad altre bevande.
La coca cola quindi non era preferita per il sapore ma perché scatenava ricordi belli e familiari nella mente dei consumatori.
Detto questo se state pensando di replicare il successo di questa bevanda mettete in conto che si costruisce in anni di attività e soprattutto con un cospicuo budget pubblicitario a disposizione.
Le pubblicità di Coca cola negli anni: Alcune curiosità
Il Babbo natale di Coca cola
Se vi chiedessi di immaginare babbo natale come lo immaginereste?
Ovviamente penseremmo ad un vecchietto gioviale e grassottello vestito di rosso. Indovinate chi ha contribuito a forgiare questa immagine nelle nostre menti?
Tutte le varianti di Babbo Natale storicamente hanno un origine comune, ovvero il Vescovo di Myra poi divenuto santo, San Nicola.
Nell’iconografia russa del 1700 ma anche nei primi anni del 1900 Babbo Natale è rappresentato come un uomo sempre vestito di Verde.
Nel 1931 Archie Lee, direttore creativo dell’agenzia pubblicitaria di Coca cola, ebbe l’idea di rappresentarlo come lo vediamo oggi e per creare il disegno si rivolse all’artista Haddon Sundblom. Il Babbo Natale della pubblicità di natale del 1931 divenne il Babbo natale che conosciamo oggi.
La notorietà di marca di Coca cola: quanto può essere forte?
Coca cola è uno dei brand con la brand awareness più alta in assoluto tanto da potersi permettere pubblicità in cui il marchio non viene mostrato eppure è perfettamente riconoscibile. In altre pubblicità il marchio è presente ma non la sua iconica bottiglia contour. Eppure lo spettatore la riconosce pur non vedendola.
Guardate questa affissione firmata dall’agenzia Pubblicis Italia
Conclusioni
Spero di avervi raccontato la storia di Coca cola in modo originale e di avervi fatto scoprire qualcosa di interessante su questo mondo. Se conoscete altri aneddoti famosi sono curioso di ascoltarli!